D’Addio, perché è così difficile per le persone comprendere gli effetti del cambiamento climatico?
Una dimensione geografica globale a cui se ne aggiunge una temporale?
E dal punto di vista economico?
Quali effetti produce il cambiamento climatico sulle politiche educative e sull’accesso all’istruzione?
Studi recenti dimostrano che essere esposti precocemente a uno shock climatico ha effetti negativi duraturi sullo sviluppo fisico e cognitivo.
Ci sono anche conseguenze a livello evolutivo per i più giovani?
In un fenomeno complesso come questo, quanto spazio c’è per fake news e teorie dalla dubbia validità scientifica?
A un evento partner della COP28 di Dubai ha presentato alcuni risultati del progetto di monitoraggio delle politiche educative sul cambiamento climatico che coordina; ci può dare qualche dettaglio sull’iniziativa?
© COP28 / Anthony Fleyhan
A oggi quali dati e risultati ritiene più significativi?
Ecco, ma oggi l’educazione sul cambiamento climatico è prerogativa esclusiva della scuola?
Il cambiamento climatico rende gli ambienti di apprendimento meno sicuri e accessibili influenzando i percorsi educativi.
Dalle vostre indagini su questo tema che cosa risulta più efficace a scuola: una lezione o la trasmissione di stili di vita utili a contrastare il cambiamento climatico?
In Italia come siamo messi su questi temi?
Fra le richieste che arrivano dall’attivismo giovanile quali interessano il mondo scolastico?
© FatCamera / iStock photo
Come si può comunicare il cambiamento climatico senza sfociare nel terrorismo psicologico?
Quali potenzialità e/o preoccupazioni ci sono per il futuro?
Anna Cristina D’Addio
Anna Cristina D’Addio, economista di formazione, dal 2017 è Senior Policy Analyst nel team GEM Report dell’UNESCO. In passato ha lavorato presso l’OCSE occupandosi di educazione e alfabetizzazione finanziaria, fasce deboli, disuguaglianza, povertà, trasmissione intergenerazionale dell’istruzione, invecchiamento, politica sociale declinata in contesti di calo della fertilità. È coautrice di diverse pubblicazioni dell’OCSE. Ha inoltre insegnato e svolto attività di ricerca presso il CAM (Center for Applied Economics) dell’Università di Copenhagen, all’HIVA (High Institute for Labour Studies) dell’Università Cattolica di Leuven, al Center for Research in Integration, Education, Qualifications and Marginalization dell’Aarhus Business School, al CORE (Center of Operations Research and Econometrics) e IRES (Institut de Recherche Économique et Sociale) dell’Univesità Cattolica di Louvain-La-Neuve.