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©Elena Galimberti
9 Gennaio 2024
09 Gennaio 2024

Un museo per scegliere di imparare

Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci: dove ogni visitatore è al centro dell’esperienza e ogni visita un’esperienza formativa
I testi sono ispirati da un’intervista a Maria Xanthoudaki, direttrice del Dipartimento Education e del CREI (Centro di Ricerca per l’Educazione Informale) presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
Tempo di lettura stimato: 6 minuti

Chi era Leonardo da Vinci? Com’è fatta una pietra lunare? Da sempre, la conoscenza degli esseri umani si genera dalle domande. E sono proprio le domande che vengono utilizzate per stimolare la curiosità e le riflessioni dei diversi pubblici al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, uno dei principali musei tecnico-scientifici in Europa dedicato appunto a Leonardo da Vinci. E qui si trovano anche risposte. I programmi, i progetti e gli spazi educativi hanno come obiettivo primario l’apprendimento delle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e lo strumento principe è il coinvolgimento attivo. In questo modo si costruisce un rapporto duraturo e positivo con le scienze, si comprende che esse fanno parte della vita e che tutti noi possiamo contribuire al dibattito scientifico.
I servizi educativi sono nati quasi insieme al Museo, rispecchiando la forte missione dell’istituzione, e ogni visitatore è al centro dell’esperienza di visita – nelle esposizioni e nei laboratori educativi – e dell’apprendimento che ne consegue.
La formazione del personale educativo del Museo è preminentemente scientifica, ma vi sono anche figure professionali di formazione umanistica, artistica o pedagogica che arricchiscono i diversi gruppi di lavoro con conoscenze e competenze altrettanto importanti, e che contribuiscono a rispondere alla complessità e alla ricchezza dell’esperienza in un museo.

Il laboratorio educativo dedicato alle Biotecnologie. ©Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci
Anche per questo, al termine “didattica”, più attinente all’ambito scolastico, il Museo preferisce il termine “educazione”, che sottolinea invece un metodo informale in grado di aprire l’interesse a processi di apprendimento, sempre diversi, ricchi e complessi perché soggettivi.
Con queste premesse, con il supporto del Direttore Generale del Museo Fiorenzo Galli e con riferimenti di eccellenza come quello del CILS (Center for Informal Learning in Schools) dell’Exploratorium di San Francisco, nel 2009 è nato il CREI (Centro di Ricerca per l’Educazione Informale), contesto permanente di ricerca e di sviluppo professionale del Museo. Oltre alla formazione di educatori museali e di insegnanti, il CREI porta avanti gli studi e la riflessione sulle più attuali esperienze negli ambiti dell’educazione tecnico-scientifica e sui linguaggi innovativi con cui costruire le proposte culturali del Museo.
I laboratori coinvolgono attivamente i visitatori. ©Enrico De Santis

Educazione informale nel Museo significa anche apprendimento reciproco: è fondamentale promuovere un’azione educativa che “ascolta” i bisogni delle persone e una progettazione condivisa che aiuta a imparare e a conoscere il vasto contributo di ciascuna comunità e di ciascuna persona coinvolta. In quest’ottica il Museo è stato coordinatore scientifico del progetto “STEM*Lab”, un percorso di risposta alla povertà educativa durato quattro anni e promosso dall’Impresa Sociale “Con i bambini”, che ha visto la partecipazione di quaranta partner, uniti per creare degli “STEMLab” a livello nazionale per le scuole e le loro comunità educanti.
Per quanto riguarda i temi di inclusione, diversità, accessibilità e il rapporto del Museo con le comunità e i pubblici diversi, specie quelli in situazioni di svantaggio, è in corso un lungo percorso di formazione interna avviato nel 2020 nell’ambito del progetto “MUST Change”, sostenuto da Fondazione Cariplo.

L’innovazione scientifica è di tutti, e non c’è posto migliore di un museo dedicato alle scienze per comprenderlo. Qui, dove è contenuto un pezzetto della Goodwill Rock raccolta nel 1972 dagli astronauti dell’Apollo 17, l’ultima missione umana sulla Luna. In una piccola pietra si cela la testimonianza più importante del desiderio di esplorazione dell’umanità e della sfida scientifica e tecnologica. Avete mai visto un vero frammento di Luna?

Il frammento lunare nell’esposizione dedicata allo Spazio. ©Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci

Per ulteriori informazioni sui progetti educativi: www.museoscienza.org/it/scuole

Per approfondire il CREI: www.museoscienza.org/it/education/crei

di Orietta Brombin