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Maestri di scuole

Maria Montessori e l'educazione cosmica

Tempo di lettura stimato: 4 minuti
17 Settembre 2024

Menti che hanno saputo teorizzare e applicare un nuovo modo di insegnare

17 Settembre 2024

Menti che hanno saputo teorizzare e applicare un nuovo modo di insegnare

Alla morte di Maria Montessori, il 6 maggio del 1952, la pedagogista e studiosa di scuola Dina Bertoni Jovine (tra le prime dell’Italia repubblicana), ha scritto:

Per la pedagogia italiana la morte di Maria Montessori rappresenta un grave lutto. Dopo quello di Giuseppe Lombardo Radice, il solo nome nostro che sia veramente noto in tutto il mondo dell’educazione è quello della Montessori, che ha non soltanto ideato un nuovo tipo di scuola infantile ma diffuso praticamente quel tipo in tutti i Paesi della terra.

 

Quello che sostiene Bertoni Jovine continua a essere vero: ancora oggi infatti in tutto il mondo chiunque si occupi di educazione dell’infanzia conosce il nome di Maria Montessori. 
Nata a Chiaravalle il 31 agosto 1870, della lunga e ricca vicenda biografica di Maria Montessori, raccontata in numerosi saggi e monografie, vale la pena ricordare alcuni snodi fondamentali: nasce nell’anno in cui l’Italia annette al suo regno anche Roma e cresce in anni nei quali per la prima volta anche le ragazze possono accedere all’istruzione secondaria superiore. Per questo è fra le prime donne italiane a laurearsi in Medicina. Per essere precisi, in Neuropsichiatria.
Segue anche corsi di pediatria poiché inizia a interessarsi al recupero dei bambini e delle bambine con problemi psichiatrici. Studia le opere di ricercatori come Jean-Marc Gaspard Itard e Édouard Séguin, che nel corso del XIX secolo hanno tentato di integrare i cosiddetti “bambini ritardati” nei percorsi educativi. Dobbiamo infatti ricordare che la maggior parte di questi bambini, considerati irrecuperabili, viene rinchiusa in ospedali psichiatrici che, soprattutto a partire dagli ultimi anni del XIX secolo, diventeranno veri e propri luoghi di segregazione. Per questo suo interesse Maria Montessori prende anche una laurea in Filosofia. A cavallo dei due secoli aderisce alla Società Teosofica e partecipa ai movimenti progressisti e femministi. Nei primi decenni del Novecento, grazie all’apporto fondamentale di facoltosi sostenitori filantropi, Montessori scrive quello che sarà ricordato come il suo Metodo e inizia a formare le prime insegnanti. Nel quartiere di San Lorenzo a Roma apre la prima Casa dei bambini (1907), per sperimentare quella che lei stessa definisce una “nuova pedagogia rivoluzionaria»” da cui procedere per cambiare l’intera società. 
Montessori inizia a pensare ad attrezzature che siano progettate per affiancare lo sviluppo graduale dei bambini più piccoli, che conoscono il mondo attraverso i sensi e le mani. La prima infanzia diventa un fondamentale terreno di ricerca: alle riflessioni di Montessori fa riferimento anche la ricerca di Jean Piaget, che andrà oltre le indicazioni date dalla studiosa per mettere a punto la propria psicologia evolutiva.
Il metodo Montessori prevede anche “esercizi di vita pratica”, che implicano sia la cura di sé (come lavarsi, vestirsi, allacciarsi le scarpe) sia dell’ambiente circostante (ad esempio lucidare oggetti, lavare i piatti e annaffiare le piante), e anche “grazia e cortesia” (imparare a muoversi con grazia, a salutarsi, a sollevare oggetti con attenzione e a ricevere vari oggetti l’uno dall’altro educatamente). Montessori diventa nota a livello internazionale, e la consacrazione si ha nel 1913 quando viene accolta negli Stati Uniti come la donna più interessante d’Europa. 
Gli anni della prima guerra mondiale sono fondamentali: osservando la condizione dei bambini nel conflitto, Montessori si convince che l’educazione è lo strumento più forte a disposizione per formare cittadini pacifisti. Un tema questo che la porterà a scontrarsi frontalmente con i regimi totalitari: sebbene a metà degli anni Trenta il fascismo cerchi di usare la fama di Montessori, matura una inevitabile rottura proprio intorno alle questioni della pace. Nel 1934 arriva l’ordine di chiusura di tutte le scuole Montessori, sia per adulti sia per bambini, in Italia e in Germania.
Montessori viaggerà moltissimo in India e passerà l’ultimo periodo della sua vita in Olanda, sempre più convinta dell’importanza di insegnare ai bambini che, sulla terra, tutto è strettamente connesso. Per questo oggi si rintraccia nel pensiero di Montessori uno spirito ecologista di cui abbiamo fortemente bisogno. Un’educazione cosmica, per un cosmo di pace per tutti.

Testo di Vanessi Roghi, illustrazioni di Giordano Poloni